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Perchè NO al progetto "Cotto e mangiato" e SI' al maxi-appalto "precotto e schifato"?

 

 (26/3/2015) Gli alunni sono stati esonerati dal mangiare i pasti della "Ristorò" dopo le denunce di Altrabenevento e del Corriere.it: ma non i malati mentali, gli anziani, i disabili, i minori e tutti gli altri ospiti di strutture che dipendono dalla Asl e dal  Dipartimento di Salute Mentale (DSM). 

Il sindaco di Benevento e il commissario della Asl, infatti, si sono precipitati a sospendere il servizio della mensa scolastica annunciando denunce alla Magistratura: ma in realtà, le denunce e le rivelazioni  di “Altrabenevento” – ancora prima dello scandalo scoppiato grazie al “Corriere.it” – sarebbero bastate a sospendere il servizio in via cautelativa e ad avviare controlli più puntuali. Non solo: nessun provvedimento riguarda i “deboli” come i malati mentali, addirittura OBBLIGATI a servirsi della ditta Ristorò con una disposizione di pochi giorni fa (24 marzo), firmata da dirigenti della Asl e del DSM.

                                                             

 

Per capire la gravità di questa disposizione e il “falso stupore” di oggi dei vertici sanitari e del Comune – al corrente da tempo delle critiche arrivate da tutte le parti al cibo della Ristorò – basta rileggere la nostra denuncia fatta un paio di anni fa - proprio su questo blog dal titolo “Terapie interrotte: “Cotto e mangiato” - che rivelava l’assurdità di un maxi appalto per la ristorazione che costringeva ogni piatto a viaggiare per ore e a percorrere chilometri prima di essere “gustato”.

Preparati dalla Ristorò nella zona industriale di Ponte Valentino, alle porte di Benevento, infatti, : “I tubetti al sugo di pomodoro diventano molli come gelatina e grandi come noci quando arrivano sulle tavole di chi deve mangiarli… Qualcuno li butta via, qualcun altro, li inghiotte pur pensando che sono immangiabili…  Una situazione emblematica della stupidità e dello spreco di soldi da parte di chi gestisce la sanità pubblica … Questo cibo frutto di un unico grande appalto, viene distribuito a tutti i pazienti delle strutture che dipendono dalla Asl e agli alunni delle scuole con la seguente motivazione  economica: “accentrare tutto il servizio in una sola ditta, consente di risparmiare”… Trascurando, però, che non si tratta dell’appalto della lavanderia, ma di un servizio che dovrebbe rispondere al requisito fondamentale proprio di ogni cibo: essere gustoso e gradevole al palato, non disgustoso”.

Al di là, dunque, delle attuali indagini su eventuali sofisticazioni, era evidente da tempo la scarsissima “gradevolezza” del cibo giudicando dalla faccia schifata e dal rifiuto dei pazienti che rimpiangevano addirittura quello preparato nelle cucine di manicomi e ospedali psichiatrici, perché almeno era fatto “espresso”. Ma nonostante le proteste, il servizio Ristorò è continuato grazie: anche al fatto che i destinatari non possono protestare, perché, appunto, sono “pazienti”….   

Fortunatamente, però, c’è chi, nel rispetto dei diritti del malato e utilizzando quanto consentito dalla legge, è riuscito a trovare una soluzione alternativa:  si tratta dei responsabili dei Centri di Salute Mentale di Puglianello e Morcone che elaborano un progetto di “laboratorio di cucina” da realizzare con i pazienti e per i pazienti, con il contributo di cooperative sociali senza fini di lucro, utilizzando prodotti a chilometro zero. E’ il progetto “Cotto e Mangiato” che cambia non solo la qualità del cibo ingerito, ma anche la qualità della vita dei consumatori: perché fare la spesa, cucinare e mangiare tutti insieme roba fresca appena preparata è una straordinaria terapia riabilitativa, incentivata anche dalle direttive sulla Salute Mentale per tagliare gli sprechi e creare nuovi posti di lavoro “solidali”. Come si vede nelle foto qui di seguito che riprendono la sera in cui è stato inaugurato il piccolo ristorante, utilizzato anche per feste ed eventi,  e aperto A TUTTI senza false distinzioni fra "normali" e "diversi" .

 

 

 

Ecco, perchè è grave la disposizione del 24 marzo scorso che, in maniera arbitraria e senza le consultazione previste per legge, dichiara “terminato” il progetto “Cotto e mangiato”; invita lo psichiatra responsabile di Morcone a “prendere atto che il servizio di ristorazione sarà garantito dalla “Ristorò  affidataria del servizio”  e gli scarica, con una pilatesca lavata di mani, “l‘accertamento che i pasti siano sufficienti e soddisfino il fabbisogno giornaliero”.  Insomma,  il DSM e la Asl, pur avendo la possibilità di non interrompere “Cotto e mangiato” - che nutre bene e riabilita meglio - e nonostante le cautele da prendere per i dubbi sollevati dal caso Ristorò, preferiscono dire  “No, al progetto terapeutico “Cotto e mangiato” e “Sì, al maxi-appalto “Precotto e schifato”.

Una decisione che non ha bisogno di commenti, ma solo di atti conseguenti: atti che consentano un’indagine sull’operato del DSM e sull’inerzia della Asl nell’opporsi a decisioni che danneggiano i pazienti.

(pubblicato il 26 marzo 2015)

 

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