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Terapie interrotte: “Cotto e mangiato”

(5-febbraio 2013) Tubetti al sugo di pomodoro diventati molli come gelatina e grandi come noci, per colpa del tempo trascorso e del lungo viaggio: cucinati di mattina nella zona industriale di Ponte Valentino a est di Benevento, infatti, arrivano sulle tavole di chi deve mangiarli dopo troppe ore e troppi chilometri per essere ancora gustosi. Qualcuno li butta via...

...Qualcun altro, non avendo alternativa, li inghiotte pur pensando che sono immangiabili. Del resto, basta guardare la foto della dimensione del “tubetto”, servito in uno squallido recipiente di plastica per intuirne il sapore. Una fotografia emblematica anche della stupidità, del non senso e dello spreco di soldi, da parte di chi regolamenta e gestisce la sanità pubblica: le norme sull’igiene degli alimenti obbligano a magiare roba senza sapore ma servita con i guanti (di plastica) in immacolate stoviglie (monouso).

A Benevento questo cibo così confezionato viene distribuito ai pazienti della salute mentale, delle Sir, degli ospedali, degli ospizi e di tutte le strutture che dipendono dalla Asl, e perfino a tutte le scuole che fanno refezione. Un grande, unico appalto motivato da ragioni economiche: “perché accentrare tutto il servizio nelle mani di un’unica ditta, consente di risparmiare”, avrebbe spiegato in passato chi ha stabilito questo principio nel regolamento dell’azienda sanitaria. Trascurando, però, un particolare: che non si tratta dell’appalto delle pulizie o della lavanderia, ma di un servizio che dovrebbe avere come caratteristica il “gradimento” di chi ne usufruisce. Risultato: un maxi appalto “succulento”… solo per chi se lo è aggiudicato.
Per aggirare l’ostacolo burocratico del “O ti mangi questa minestra, o ti butti dalla finestra” Maurizio Volpe, responsabile del Centro di Salute Mentale di Puglianello, ha elaborato un progetto di “laboratorio di cucina” da realizzare, per i pazienti e con i pazienti, direttamente nella sede del Centro. Con il titolo di “Cotto e mangiato” viene approvato dalla Regione – soliti fondi Cipe – e condiviso con entusiasmo anche dal responsabile del Centro di Salute Mentale di Morcone, Lorenzo Piombo. In particolare quest’ultimo, in visita al complesso del San Giovanni di Trieste, si ferma a fare uno spuntino a “Il posto delle fragole”, il ristorante gestito da una cooperativa di ex pazienti della salute mentale triestina, ma frequentato ormai da tutti in città. Così Lorenzo Piombo perfeziona il progetto. Individua un piccolo ristorante del centro storico di Morcone ora in disuso, a poche centinaia di metri dalla sede del Centro di Salute Mentale e dalla Sir: un locale già perfettamente attrezzato – dai tavoli, alle stoviglie, alle tovaglie, ai portafiori – dove basterebbe solo fare i contratti di luce, acqua e gas per iniziare. Un locale, dunque, adatto a diventare sia “laboratorio di cucina” che ristorante a tutti gli effetti. E per raggiungere questo risultato Piombo, dopo avere individuato il pool di pazienti da destinare allo scopo, li manda a “scuola di cucina” da chi ha già dimostrato capacità ed esperienza in questo campo: cioè, nella cooperativa diretta da Peppe Pagano che, nel Casertano, ha realizzato un’iniziativa analoga con il ristorante “NCO”. Una sigla che in Campania era nota come “Nuova Camorra Organizzata” ma che, dopo l’apertura del ristorante, è diventata più famosa come “Nuova Cucina Organizzata”.
Insomma tutto è pronto per partire … ma anche questa iniziativa si arena sul tavolo del già citato direttore generale della Asl Michele Rossi, senza nessun apparente motivo. Riultato: i pazienti che mesi fa hanno frequentato lo stage di cucina alla “NCO” pieni di entusiasmo, ora sono delusi e avviliti. Quanto ai proprietari del locale: sono una coppia che crede nella solidarietà sociale e perciò, aveva chiesto per l’affitto mensile della struttura, completamente attrezzata, solo 500 euro al mese. Ma la solidarietà non arriva al punto di aspettare all’infinito. Speriamo che si decolli al più presto...

 

(pubblicato il 5 febbraio 2013)

 

 

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